gli uomini di santa Vittoria

POSTO: la chiesa di Santa Vittoria
DOVE: 40°01’13.5″N 8°40’18.7″E

Di camminate all’insù, verso la chiesa bianca della collina

L’ho conosciuta durante i miei viaggi sulla 131. Andata. Ritorno.
Sbuca lenta, lassù. E il mio sguardo si sposta verso l’alto. Ogni volta.
Lei è minuta, candida. E a passarle davanti, da lontano, sembra proteggerti con un abbraccio di rose.
È la chiesetta di Santa Vittoria, a Bauladu. E maggio è il momento per conoscerla da vicino.

chiesa di santa vittoria vista dalla strda statale 131, a Bauladu, in Sardegna

Attraversiamo s’arruga Santa Ittoria per arrivare a su cammineddu. E inizia subito una salita fatta di muschio molle protetto da piccoli fiori bianchi. Di legno potente e fiero che sostiene il verde caldo dell’ulivo. Di odore dolceamaro che arriva in fondo alla pelle: sono i cespugli gonfi di aghi, squame, spine. È un cammino sempre più verticale, ma non stanca. Più su si respirano fili d’oro quasi secchi, si calpesta una pietra infinita che a passarci sopra è come accarezzare la terra. E si intuiscono suoni lenti che scendono piano, sono i pensieri segreti degli uomini di santa Vittoria.
A farmi strada verso la chiesetta è un’altra Monica. Lei, che quella strada l’ha fatta e rifatta, mi racconta di cavalli che corrono in salita. Ma poi uno solo vince. Con una voce quasi di fede mi sussurra di un carbone quasi magico che si trova scavando a mani nude durante la processione. Ma solo in pochi lo trovano. Mi anticipa che in chiesa le donne stanno da una parte e gli uomini da un’altra. Ma la capisco solo dopo, questa cosa degli uomini di Santa Vittoria. 

il cammino per arrivare alla chiesa di Santa Vittoria, a Bauladu, in Sardegna

Salutiamo quella vegetazione che mi resta negli occhi per giorni e quando stiamo per arrivare in cima li vedo, gli uomini di Santa Vittoria. Sono affacciati al centro della Sardegna. La chiesetta bianca è in mezzo a uno spiazzo di preghiere, ricordi, feste passate e feste che verranno. Vicino c’è un ammasso grande di rami di lentischio “è il falò che accendono la notte della festa” mi dice Monica con un soffio di voce che non vuole annullare il silenzio irreale che penetra nelle ossa, lassù. Nei dintorni angoli segreti, colmi di archeologia antica. Facciamo il giro completo della chiesa, dentro un itinerario che sa di Monet: ombre colorate di asfodelo, rosa canina, code di topo. Una rima dietro l’altra: dal Grighine al mare di Capo San Marco e Capo Frasca. Dal Montiferru sino a Badde Urbara. E in basso paesi su paesi: una poesia semplice, ma non per tutti.

quasi arrivati in cima, alla chiesetta di santa Vittoria, a Bauladu, in Sardegna
paesaggio dalla collina di Santa Vittoria a Bauladu, in Sardegna

Gli uomini di santa Vittoria sono lassù, in fila, per caso. Tutti rivolti verso quel pezzo di isola. Qualcuno cerca l’immensità dell’orizzonte. Qualche altro si rifugia sui tetti, in basso. Qualche altro ancora vola alto. Su un cielo che non ha colore.  
Suona la campanella. Inizia la novena. Il piazzale si svuota di pellegrini e si riempie di voti rimasti impigliati agli spigoli del cardo selvatico. Poi ci penserà santa Vittoria a ritrovarli.  
È proprio come mi aveva detto Monica. Ma amplificato. Ma di più. Dal mio banco non li vedo, gli uomini. Seguo i movimenti altalenanti dei loro piedi. Distinguo la melodia dall’intonazione assente, delle loro voci. Immagino le preghiere di una vita, delle loro anime. Tra me e loro c’è un altare di rose, ci sono due tende rosse che vanno e vengono. E c’è un mondo di usi, di storia e di credo.

altare e statua di Santa Vittoria, a Bauladu, in Sardegna

Gli uomini di santa Vittoria sono nascosti. Ma riempiono quella chiesetta bianca.  

facciata della chiesetta di Santa Vittoria a Bauladu, in Sardegna

Torniamo giù assieme a un’aria che sfiora guance e pancia: poco, ma si sente. Non è calda.  
“La festeggiamo a maggio, ma santa Vittoria è a dicembre.”  Mi dice Monica. “Quando?” “Il ventitre”. Arriviamo in paese, in s’arruga e santa Ittoria mi fermo per una foto al ventitre.
E poi a casa. a scaldarci. Che anche se non è, sembra quasi dicembre.

numero 23 della via "arruga santa ittoria", a Bauladu, in Sardegna
  • lighTravel: se passi sulla s.s. 131, cercala con gli occhi.
    qualunque sia la tua direzione: circa al km 107 se vai verso cagliari, al 106 se vai verso sassari
  • lifEscape: a metà maggio vale la pena una fuga sul cammino di santa vittoria
  • la chiesetta di Santa Vittoria è qui
bauladu nella mappa